Concetta Celotto, Peppino Delia
marzo-maggio 2023
Il laboratorio di narrazione si è configurato come una importante occasione per gli student* di parlare di sé, della propria famiglia e del contesto abitativo e sociale in cui vivono.
Testimonianze, racconti e storie che costituiscono quel patrimonio immateriale di cui, tra le altre cose, si sostanzierà l’Ecomuseo di Scampia. Gli student* sono stati invitati e stimolati alla riflessione su temi di storia personale e collettiva e sono stati resi partecipi, in qualità di protagonisti, di un processo di costruzione ideale e materiale – attraverso gli oggetti donati all’Ecomuseo – dell’ambizioso progetto museale.
Non solo hanno raccontato di sé stessi, ma hanno anche fatto parlare i genitori e attraverso tutte le testimonianze raccolte, come tanti tasselli di un puzzle, si è ricostruito l’identikit del territorio in uno dei suoi elementi fondanti, quello delle persone che lo vivono e lo attraversano. Molto importante è stato tutto il lavoro preliminare di analisi e spiegazione di cosa significhi un ecomuseo e del ruolo fondamentale che loro, in quanto attori e attrici del territorio, svolgono nella costruzione del progetto.
Gli output del workshop laboratoriale sono stati i taccuini, su cui i ragazzi e le ragazze hanno raccontato di sé e del quartiere, una installazione fotografica dove a ogni volto degli studenti e studentesse ritratte risponde una parola chiave associata alla riflessione su Scampia, e infine un podcast realizzato con le interviste fatte in famiglia dagli alunni e alunne elle scuole coinvolte.
I taccuini sono le tessere di un grande puzzle. Ognuno racconta un pezzetto di vita, i sogni e le visioni di chi lo ha scritto: le studentesse e gli studenti di Scampia. Si interrogano su loro stessi, le loro passioni e i desideri. Rispondono a domande sulla scuola e sul quartiere: cosa è bello, cosa è brutto, quali cambiamenti auspicano. Ma anche pensieri in libertà, senza un ordine, perché la vita dei ragazzi e delle ragazze è un caleidoscopio di luci e colori. Dai frammenti si compone un quadro più grande, una tela gigantesca che raffigura l’immagine di una gioventù vissuta tra le potenzialità e i limiti di un paesaggio di periferia.
Le reti metalliche messe a protezione delle aule del plesso scolastico sono metafora della gabbia di stereotipi che è stata calata sul quartiere di Scampia ormai da decenni. Una gabbia che è stata costruita negli anni seguendo il canovaccio comune a tante narrazioni su quartieri metropolitani popolari e periferici: tratti comportamentali distintivi di una minoranza rumorosa di persone assunti a genetica dell’intera popolazione del quartiere.
La vita reale di Scampia (che contiene innegabilmente anche questi tratti, generalmente violenti e non curanti del bene comune), è stata ridotta a un racconto in episodi sempre uguali fra loro e si è cristallizzata sugli schermi dei televisori e delle altre tecnologie digitali.
Le/gli alunne/i della Scuola Media Pertini di Scampia sono nati dentro questa gabbia di stereotipi: come tanti altri loro coetanee/i, però, percepiscono le sbarre e i reticolati della gabbia e comprendono la differenza fra la realtà delle loro vite e dei loro desideri e la riduzione mediatica di Scampia a cui tutti loro sono assoggettati e attraverso la quale tutto il mondo esterno al quartiere li identifica.
In Out of the Cage, queste/I giovani abitanti di Scampia raccontano questa differenza e esprimono un punto di vista interno, emico, che sta dietro e davanti le sbarre e i reticoli ignorando la gabbia. Le loro voci pongono dubbi sulla narrazione mediatica di Scampia e creano crepe sugli schermi. I devices non sono più touch. E allora, l’invito è di toccare il mondo in senso analogico e corporeo, di toccare con le dita queste fotografie, ascoltare l’intimità delle vite e di vivere nelle crepe.
Questo podcast presenta le voci dei genitori delle scuole elementari e medie degli IC Montale e Pertini-Guanella di Scampia.
È un podcast imperfetto, asciutto, privo di edulcorazioni editoriali che lascia spazio, per una volta, ai timbri e alle inflessioni delle voci reali degli abitanti di Scampia. Il racconto che costruiscono coralmente viene dal basso, da dentro le case che abitano con i loro figli.
Anche le contraddizioni sono libere di segnare i vari punti di vista esistenti nella sfaccettata realtà di Scampia.
Tutte le interviste sono state raccolte durante il laboratorio di Autonarrazione e Storytelling dalle/gli alunne/i delle due scuole, con l’impegno e la curiosità di chi non si accontenta più di essere raccontato.
Montaggio realizzato da Peppino Delia
Scrittrice e giornalista
Videomaker e artista crossmediale