ANGELICA DE VITO

Angelica De Vito, da Scampia all’Onu: “Migranti climatici, una voce per chi non ce l’ha”

 

È vero che il nostro destino è segnato dal contesto in cui nasciamo? Questa volta è Angelica De Vito, classe 1995, nata e cresciuta tra Secondigliano e Scampia, a riflettere su questa domanda. Attualmente è diplomatica presso le Nazioni Unite, dove si dedica a un tema tanto cruciale quanto poco discusso: le immigrazioni climatiche. Durante gli anni universitari ha scoperto la passione per i diritti umani e così una volta laureatasi in giurisprudenza all’ l’Università degli studi di Napoli Federico II ha iniziato a seguire progetti internazionali che l’hanno portata a confrontarsi con realtà diverse dalla sua, ma non meno complesse. È stato durante un’esperienza in Sud America che Angelica ha scoperto il vuoto giuridico sui migranti climatici: persone costrette a lasciare la propria terra a causa di disastri naturali o del progressivo degrado ambientale. “Ho capito che c’era un vuoto giuridico in materia di migranti climatici e ho deciso di essere la voce di chi non ce l’ha”, racconta Angelica, ripensando a quel momento in cui la sua passione per i diritti umani ha trovato un obiettivo chiaro. Da quel punto in poi, ogni sua scelta è stata orientata a colmare quel vuoto, a portare l’attenzione del mondo su una questione ignorata ma urgente.

 

“Il volontariato mi ha permesso di viaggiare senza muovermi e immaginare un futuro diverso”

 

Angelica non è certo arrivata a New York in poco tempo, ha costruito il suo percorso passo dopo passo, affrontando dubbi, sacrifici e difficoltà. Il suo viaggio è iniziato proprio durante l’adolescenza quando aveva un forte desiderio di viaggiare ed imparare nuove lingue, ma il suo territorio non glielo permetteva. Così ha iniziato a conoscere nuove persone e storie grazie al volontariato con associazioni come la comunità di Sant’Egidio, attiva anche a Scampia. “Il volontariato mi ha permesso di viaggiare senza muovermi, scoprendo storie che mi hanno ispirata a immaginare un futuro diverso”. Angelica non ha mai dimenticato le sue origini e il legame con la comunità da cui proviene. “Quando le persone del mio quartiere mi chiedevano di raccontare le storie che avevo vissuto o di mostrare foto dei miei viaggi, ho capito di aver fatto la differenza” spiega. In quelle richieste, Angelica vede il risultato del suo impegno: riuscire a restituire qualcosa a chi, come lei, ha vissuto in una realtà spesso dimenticata.

 

Credere nei propri sogni e raccontare le proprie storie

 

La sua storia dimostra come il contesto in cui nasciamo possa plasmarci profondamente, ma non necessariamente definirci. Le difficoltà incontrate possono essere un peso, ma anche una spinta: una chiamata a immaginare qualcosa di diverso. Angelica ha tratto forza dal sostegno della comunità e dalle storie delle persone che ha incontrato nel suo quartiere, trasformando quei limiti in un punto di partenza per costruire un percorso unico. Il contesto in cui cresciamo può influenzare i nostri sogni, le nostre paure e la percezione di ciò che riteniamo possibile, ma non è mai una condanna. “Quando ero adolescente, non amavo il luogo in cui vivevo,” confessa Angelica, ripensando alle difficoltà e ai limiti del suo quartiere. Eppure, tra quei limiti e quelle difficoltà, si nascondeva la forza che avrebbe guidato Angelica verso il mondo. Il messaggio che Angelica lascia è chiaro: credere nei propri sogni e raccontare le proprie storie. “Leggere è il primo passo per viaggiare,” afferma, sottolineando l’importanza della letteratura come strumento per aprire la mente e superare i propri limiti.

Sognare un mondo diverso e trasformare quei sogni in azioni

Per Angelica, i libri sono stati il filo che ha collegato il suo passato al presente, rendendo meno spaventosi i luoghi che avrebbe poi visitato di persona. Anche raccontare la propria storia ha un valore immenso: “Ho capito che se si raccontano le proprie storie e si ha la voglia di fare qualcosa, si incontrano persone disposte ad aiutarti”. Il suo percorso è la prova di come condividere i propri progetti, con coraggio e autenticità, possa creare legami e opportunità inaspettate. La storia di Angelica De Vito non è solo quella di una giovane donna che ha fatto delle difficoltà un trampolino di lancio per il cambiamento. È un esempio potente di come il futuro non sia mai una linea predeterminata, tracciata dalle circostanze in cui nasciamo o dalle condizioni esterne. In un mondo che spesso ci impone definizioni e limiti, Angelica ha scelto di riscrivere la propria storia, partendo proprio dai punti che sembravano più vulnerabili: il suo quartiere, le sue radici. In un contesto come quello di Scampia, che può sembrare segnato da un destino difficile, Angelica ha trovato la forza di sognare un mondo diverso e ha trasformato quei sogni in azioni concrete.

Il futuro non è un destino scritto ma il risultato di scelte quotidiane

La storia di Angelica si unisce a quella di tanti altri che, con il loro operato, dimostrano come il futuro non sia un destino scritto, ma il risultato delle scelte quotidiane. Non siamo prigionieri di ciò che il mondo ci presenta, ma siamo costruttori del nostro domani. In un’epoca in cui spesso ci sentiamo impotenti di fronte alle sfide globali, come le migrazioni climatiche o le disuguaglianze sociali, Angelica ci mostra attraverso il suo percorso che è possibile fare la differenza, partendo da dove siamo e trasformando le nostre esperienze in opportunità. Non si tratta di aspettare che il mondo cambi, ma di essere noi stessi il motore di quel cambiamento, con coraggio, passione e determinazione. Il futuro che ci aspetta non è quello che ci viene imposto, ma quello che decidiamo di costruire, passo dopo passo, attraverso le nostre scelte. Questo è lo scopo di questa rubrica: ricordarci che siamo gli artefici del nostro futuro e che, indipendentemente da dove nasciamo, possiamo realizzare i nostri sogni.