Raccontare Scampia da protagonisti. È questo l’obiettivo della redazione di giovani del quartiere che ha iniziato a raccontare il territorio e le sue molteplici sfaccettature. A Maggio 2023 a Scampia è nato il MOSS – Ecomuseo Diffuso di Scampia. È il primo ecomuseo urbano a nascere nella città di Napoli che mette insieme la storia e le storie del territorio. Protagonisti sono i cittadini, le persone che abitano il quartiere, le loro vite e quello che hanno da raccontare. La narrazione è il costante divenire, non si ferma mai, come la vita brulicante del quartiere: bisogna continuare a raccogliere, curiosare, trovare storie e raccontare. Ed è proprio questo che fa (e che continuerà a fare) la redazione del Moss. Il gruppo di ragazzi di Scampia ha deciso di mettere insieme le forze e le attrezzature (carta e penna, telecamere, microfoni e macchine fotografiche) per continuare a raccontare il loro quartiere con i loro occhi, non assecondando la narrazione imposta dai media. Per raccontare la LORO Scampia da protagonisti. Inizia così una storia, il cui primo tassello lo stanno scrivendo Angela, Pasquale e Francesco insieme a Rosa, Rossella e Mario dell’associazione chi rom e…chi no e a tutta la rete delle associazioni e delle scuole del territorio. Per migliorare la qualità e l’intensità del racconto, periodicamente, alcuni professionisti della narrazione intervengono per raccontare il loro metodo di racconto attraverso la fotografia, le parole, i video o i social. Un percorso di autoformazione per riuscire a raccontare al meglio.
“Sono Angela, ho 19 anni e sono di Scampia. Ho deciso di far parte della redazione del MOSS perché può dare voce a persone che non hanno il coraggio di urlare e può dare voce ai tanti talenti che ci sono qui a Scampia”.
“Mi chiamo Pasquale, ho 19 anni e attualmente studio Scienze della comunicazione all’Università. La redazione dell’Ecomuseo nasce dal forte desiderio di voler raccontare anche in modo critico il quartiere, ma raccontarlo in un modo vero non, come spesso accade, in modo distorto. E io voglio essere parte attiva di questo racconto”.
“Mi chiamo Francesco, ho 19 anni e attualmente sono uno studente di ingegneria informatica presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II (Unina per gli amici). Non saprei dire con precisione quando sono entrato a far parte della redazione di MOSS: è stato un processo quasi spontaneo, come se il mio cervello avesse inconsapevolmente ceduto il comando al cuore, che, alla ricerca di un luogo dove esprimersi liberamente, ha trovato nel MOSS un rifugio d’ispirazione”.
Angela, Pasquale e Francesco sono amici, ex compagni di classe dell’I.T.I. G. Ferraris di Scampia. Con la scuola avevano attivamente partecipato alla raccolta delle storie per il Museo diffuso. Una volta raggiunto il diploma, hanno scelto di continuare a farlo. Così hanno imbracciato gli attrezzi e hanno iniziato a raccontare quel territorio spesso martoriato da una narrazione che non sempre hanno visto aderire a quello che vedono e che sentono. Sono loro stessi a raccontarsi e a raccontare il lavoro di redazione.
“Scampia dovrebbe essere raccontata in tutte le sue forme – ha detto Angela – Soffermarci su sulla parte bella ma anche sulla parte brutta. Scampia è un tesoro che deve essere trovato e riuscendo a risolvere qui piccoli problemi che ha, potremmo trovare il suo tesoro”.
“La narrazione che è avvenuta e avviene del quartiere e secondo me distorta perché racconta solo episodi di cronaca – ha detto Pasquale – Si viene a Scampia solo quando ci sono tragedie come il recente crollo, si veniva a Scampia solo perché Piazza di spaccio. Noi invece abbiamo il desiderio di raccontare Scampia per quello che. Scampia come qualsiasi altro quartiere, come qualsiasi altra periferia ha del marcio, ma Scampia al più alto tasso di verde, la più alta percentuale di associazioni sul territorio, gruppi di persone pronti a fare di tutto, come ad esempio, costruire il giardino dei cinque continenti. Vogliamo raccontare le iniziative che il quartiere fa per migliorare, le ingiustizie, le negligenze delle autorità, ma anche le storie, alcune volte travagliate, dei cittadini. Raccontare il bello e anche denunciando quello che non va. Non vogliamo restare passivi, vogliamo essere la voce attiva del quartiere”.
“La mia scelta di entrare nella redazione di MOSS è nata dal desiderio di far parte di un gruppo di persone che, con passione e dedizione, condividono le proprie idee per raccontare la realtà in modo diverso, per offrirle una nuova prospettiva – ha detto Francesco – Questo desiderio è cresciuto anche grazie ai legami che ho avuto con il MOSS durante gli anni di scuola superiore. È proprio grazie alla mia scuola, e in particolare alla mia professoressa di italiano e storia, che ho preso consapevolezza del grande potenziale del MOSS. Ma ciò che mi ha spinto ulteriormente a unirmi alla redazione di MOSS è l’opportunità di raccontare un territorio che per me ha un valore profondo: Scampia. Questo punto merita una riflessione. Secondo me, la nascente redazione di MOSS ha l’opportunità di descrivere Scampia e i territori limitrofi in modo diverso rispetto alla narrazione che viene continuamente proposta dai media tradizionali. Infatti, la narrazione del nostro territorio è spesso concentrata sugli aspetti negativi, come la criminalità e il degrado, trascurando le storie di resistenza, speranza, solidarietà e quella straordinaria normalità che caratterizza ogni abitante di Scampia e dintorni. In questo contesto, la redazione di MOSS ha la possibilità di dare voce a queste realtà nascoste, restituendo una visione più completa e autentica di Scampia”.
“Della redazione del MOSS mi piace l’entusiasmo, il tanga voglia di fare e la caparbietà delle persone che lo formano – ha continuato Angela – Questa redazione potrebbe veramente cambiare le cose e i componenti per farlo ce ne sono”. E infine Francesco: “Nonostante la redazione di MOSS sia un’idea relativamente recente, ritengo che abbia l’immensa capacità di valorizzare ognuno dei suoi partecipanti, offrendo loro uno spazio in cui le idee possano crescere e prendere forma. È proprio questo che rende MOSS un progetto così speciale: la capacità di far emergere le potenzialità di ciascuno, contribuendo a un obiettivo comune”.